Dipinti e Sculture del XIX e XX secolo - II

863

Tranquillo Cremona
(Pavia, 1837 - Milano, 1878)

Lo studio, (1870-72)

Olio su tela
cm. 116,5x100,5

Firma in basso a sinistra: T. Cremona.
Al verso sul telaio: etichetta Loan Exibition of Italian XIX Century Paintings - New York, con n. 107.

History
Collezione Ponti, Varese;
Collezione Bestagini, Milano;
Collezione privata, Montecatini Terme;
Collezione privata

Exhibitions
Pittori italiani dell'Ottocento, prefazione di Giovanni Poggi, testo e note di Enrico Somaré, New York, Galleria Wildenstein e Metropolitan Museum, gennaio - marzo 1949, cat. p. 34, n. 15;
La donna e la moda nella pittura italiana del secondo '800 (nelle collezioni private), a cura di Piero Dini, Montecatini Terme, 30 luglio - 30 settembre 1988, cat. tav. XVIII;
La borghesia allo specchio. Il culto dell'immagine dal 1860 al 1920, a cura di Annie-Paul Quinsac, Torino, Palazzo Cavour, 25 marzo - 27 giugno 2004, cat. p. 128, n. 38.
 

Bibliografia
Catalogo Bolaffi della pittura italiana dell'Ottocento, n. 4, Giulio Bolaffi Editore, Torino, 1972, p. 125;
Rossana Bossaglia, Tranquillo Cremona. Catalogo ragionato, Federico Motta editore, Milano, 1994, p. 136, n. 106.

Questo notevole dipinto, proveniente dalla prestigiosa collezione Ponti di Varese e poi passato in quella di Ernesto Bestagini a Milano, è stato giustamente collocato verso gli anni Settanta dell'Ottocento, in quanto rappresenta uno dei primi importanti esiti sul versante di una formulazione pittorica, che corrisponde ormai pienamente alle novità tecniche ed espressive della sperimentazione che farà di Tranquillo Cremona, insieme a Daniele Ranzoni, il protagonista della cosiddetta Scapigliatura. In realtà l'opera porta a maturazione delle soluzioni già preannunciate in quel capolavoro finale della prima fase del pittore pavese rappresentato dallo splendido Ritratto di Nicola Massa (Pavia, Musei Civici), cui si rimanda per i volumi dei panneggi, gli effetti di marezzatura sui tessuti e certi dettagli come le mani fermate in una gestualità dinamica ed elegante. Per quanto riguarda invece la semplificazione della materia pittorica e l'abolizione del chiaroscuro, in favore di una efficace stesura a corpo del colore, rappresentano dei precedenti più immediati il Ritratto di Emilio Morozzi del 1869 (Milano, collezione privata), da cui sembra ripreso il motivo della lettura, e soprattutto il celebre I due cugini del 1870 della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, sicuramente un modello per la composizione basata sull'accostamento delle due figure unite in un tenero trasporto sentimentale. Si tratta di un carattere, quest'ultimo, distintivo in tutta l'opera di Cremona e ogni volta riformulato in maniera diversa. In questo caso il soggetto diventa il pretesto per una modulazione pittorica vibrante, scandita su ritmi che hanno qualcosa di musicale nelle tenere variazioni del colore, depositato sulla tela per pennellate sovrapposte, sino al bianco usato per dar corpo alle pieghe e ai dettagli dell'abito della fanciulla in primo piano a destra. L'esito è di una grande modernità nella felice soluzione di una scomposizione cromatica che dissolve le figure nello spazio per poi ricomporle in una nuova sintesi plastica.
€ 240.000 / 280.000
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Dipinti e Sculture del XIX e XX secolo - II

sat 21 April 2012
Prato