ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

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Bernardo di Stefano Rosselli
(Firenze, 1450 - 1526)

Angelo annunciante e Vergine annunciata

Tempera su tavola
cm. 27,5x20,5 ognuna


History
Collezione privata, Firenze (1992);
Collezione privata

Exhibitions
Immagini del tempo passato. Una raccolta toscana di dipinti antichi, a cura di Marco Fagioli e Francesca Marini, Capalbio, Palazzo Collacchioni, 28 agosto - 11 settembre 2005, cat. pp. 20-23, n. 2, illustrato a colori.

Per primo è stato Gaudenz Freuler a riconoscere nello svolgimento delle scene sulle due tavolette, l’appartenenza ad una delle più floride botteghe fiorentine del tardo Quattrocento, quella di Bernardo di Stefano Rosselli. Originariamente parte di un “unico ensamble”, come starebbero a indicare i margini risicati dei due pezzi, secondo Freuler l’autore sfrutta una composizione “di stampo lippesco e baldovinettiano”, come dimostra per esempio “il particolare del muro dietro al quale spuntano gli alberi”, un elemento che lo studioso riconosce “saldamente ancorato nella tradizione della quattrocentesca pittura fiorentina”.
Secondo Freuler, gli "arcaismi di stampo ancora quasi artigianale” rilevati nelle due opere sono associati per converso al riferimento alla tradizione del Ghirlandaio nel particolare della capigliatura bionda della Vergine visibile in trasparenza sotto il velo e al richiamo ai precedenti di Filippino Lippi nel profilo dell'angelo annunciante, suggerendo allo studioso l’assegnazione delle tavolette ad una data dentro al Quattrocento inoltrato.
È questa datazione, insieme all’evidenza “inconfondibile” del “carattere artigianale” delle due opere, a indurre Gaudenz Freuler a identificare l'autore con “un pittore esperto nella produzione di cassoni e probabilmente vicino a Neri di Bicci”, con il quale condivide “certi stilemi nel disegno dei volti e la semplificazione dei panneggi”, che lo studioso evidenzia per “rigidità” e “verticalità”. E proprio in conseguenza di tali riferimenti, il riconoscimento del ruolo di continuatore nel solco tracciato da Neri di Bicci e l’abile prosecuzione della sua tecnica artigianale” (A. Bernacchioni, Tradizioni e arcaismi, in “Maestri e botteghe. Pittura a Firenze alla fine del Quattrocento” a cura di M. Gregori, A. Paolucci, C. Acidini Luchinat, catalogo della mostra, Firenze, 1992, p. 179) mostrate nell'Angelo annunciante e nella Vergine annunciata, permettono a Freuler di riconoscere alle due tavolette una sicura provenienza dalla bottega di Bernardo di Stefano Rosselli.
Cresciuto nell'ambito di una diramata famiglia di artisti e formato con Neri di Bicci, del quale fu allievo a partire dal 1460 (A. Padoa Rizzo, Ricerche sulla pittura del ‘400 nel territorio fiorentino: Bernardo di Stefano Rosselli, in «Antichità Viva», n. 5 – 6, 1987, p. 26, n. 28), Bernardo di Stefano Rosselli impiantò presto una bottega in cui all'attività di manufatti di vario genere, tra cui magnifici decori figurati per cassoni, si accostava la produzione di immagini devozionali per uso domestico su tavola, ma anche opere di maggiore impegno, come la decorazione delle tre pareti e del soffitto della “Sala de' Signori” in Palazzo Vecchio a Firenze, per la quale fu pagato tra il 1488 e il 1490. A partire dal principio dell'ultimo quarto del Quattrocento la “sua bottega risulta infatti attivissima nel campo della decorazione più varia” sia per commissioni autonome che in collegamento con la bottega del più celebre cugino Cosimo e del meno noto Francesco Rosselli. Come ha riscontrato Anna Padoa Rizzo dal suo 'Libro di bottega' e dalle 'portate' del Catasto di Firenze, dalla miniatura per i corali del Duomo di Siena con Cristo e l’uomo di legge, al paliotto che completava l'arredo di uno degli altari Corbinelli in Santo Spirito, ai graffiti del cortile di palazzo Coverelli sempre a Firenze, fino agli affreschi di Passignano, di Lecceto, di Montesclari in Chianti, Bernardo guadagnò nel corso degli anni una condizione economica agiata, frutto del lavoro svolto sia per la committenza fiorentina di rango più elevato, che per la media e piccola borghesia. Un'attività diramata oltre i confini della città e articolata quanto “lo stile delle sue opere, insieme rustico e sostenuto, caratteristico di una cultura artigianale cosciente e orgogliosa della propria dignità” (A. Padoa Rizzo, op. cit. 1987, pp. 25-26). Un “rustico classicismo”, appreso dai maestri del primo ‘400, “risalendo da Andrea del Castagno fino a Masaccio stesso”, il “cauto aggiornamento sugli esiti più moderni della cultura figurativa fiorentina” attraverso Pollaiolo e “Botticelli giovane”, studiati “tramite Neri di Bicci e Cosimo” Rosselli, sono i caratteri stilistici salienti evidenziati dalla studiosa a proposito di Bernardo di Stefano Rosselli che, nelle due tavolette, sembra dimostrare la propria esperienza giovanile di miniatore e poi di decoratore 'a sgraffio' nell'uso di una linea di segno incisivo e sintetico che caratterizza espressivamente la Vergine, mentre costruisce geometricamente l’ambientazione della camera e il muro a mattoni del cortile, quasi fosse tracciata “a regolo”.
Francesca Marini
€ 15.000 / 20.000
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ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

fri 28 October 2016