XIX and XX century Paintings and Sculptures - II

403

Raffaello Sorbi
(Firenze, 1844 - 1931)

Dante che incontra Beatrice, 1863

Olio su tela
cm. 98,5x76,3

Firma e data in basso a destra: Raff. Sorbi 1863.

Questo bellissimo dipinto, gelosamente custodito per molti anni in una collezione fiorentina, rappresenta uno degli esiti più notevoli nella produzione giovanile di Raffaello Sorbi. Datato 1863, e quindi successivo di soli due anni al dipinto Corso Donati ferito dai Catalani a San Salvi presso Firenze, che sancì di fatto il suo esordio ufficiale e che gli valse la vittoria del concorso Triennale d'Arte alla precocissima età di diciassette anni, questo  Dante che incontra Beatrice sottolinea la sorprendente maturazione stilistica occorsa in questo breve lasso di tempo; se il dipinto del '61, pur evidenziando le sbalorditive doti tecniche del giovanissimo pittore non mancò di suscitare anche alcune critiche per "la freddezza ampollosa" e l'eccessiva aderenza ai modi di Antonio Ciseri, al tempo suo insegnante presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze (C. Boito, in Romanticismo Storico, p. 335), appare evidente come la qualità dei rapporti tonali del nostro dipinto sia invece ormai prossima, pur nei rigidi canoni imposti dal tema accademico, a quella raggiunta da Borrani, Cabianca o Altamura, all'epoca protagonisti della "rivoluzione" macchiaiola, in analoghi dipinti a soggetto medioevale o rinascimentale. La morbidezza della luce e la plasticità delle figure, più composte e naturali, conferiscono al dipinto un'atmosfera calda e distesa, mentre la relazione tra i personaggi appare equilibratamente realistica, depurata da quei virtuosismi manierati e un po' superficiali che pure insisteranno in opere successive, come il  Rapimento di Picca Donati, commissionato all'artista in quello stesso anno dal Re Vittorio Emanuele II ma terminato soltanto quattro anni dopo. La frequentazione dell'ambiente artistico fiorentino portò Sorbi ad avvicinarsi sporadicamente, nella seconda metà degli anni Sessanta, alle tecniche della pittura di Macchia, spingendolo talvolta a dipingere anche all'aperto; ciò nonostante egli non rinuncerà mai a quella saldezza d'impianto accademica di matrice purista tanto apertamente osteggiata dai colleghi macchiaioli. Emblematico a tal proposito il commento critico di Signorini, che in un articolo apparso sulla Gazzetta delle Arti e del Disegno del 9 Maggio del '67 lo accusava di essere "eccessivamente compiacente nei confronti del pubblico", ma affermava anche che "il Sorbi nacque pittore", riconoscendo quindi esplicitamente le straordinarie doti del giovanissimo collega. Il contratto stipulato con il mercante francese Goupil all'inizio degli anni Settanta porterà Sorbi a prendere definitivamente le distanze dalla pittura dal vero in favore di uno stile genericamente internazionale, di gusto "Pompier" nei grandi dipinti a carattere storico e pompeiano o adattato al modello "Messonier" nei soggetti di ambientazione settecentesca assai richiesti dal mercato francese e anglosassone, che se da un lato garantiranno al pittore un duraturo successo mercantile a livello europeo, lo allontaneranno al contempo dagli sviluppi della pittura toscana in ottica realista e naturalista.
L. G.
€ 20.000 / 25.000
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XIX and XX century Paintings and Sculptures - II

sat 16 April 2016