Important Forniture and Old Master Paintings - I

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Importante bacile "in stile compendiario" in maiolica

Cm. 44,5 ø, Faenza, “Maestro dei panneggi”, terzo quarto del XVI secolo.
 
Grande piatto “da pompa”, apodo, con ampio cavetto sensibilmente incavato e stretta tesa orizzontale. Al centro sono rappresentate, in modo piuttosto serrato, le figure di Abramo e della sua famiglia (la moglie Sara, Lot e altri), in atto di dirigersi con il bestiame, tra cui cammelli, verso la città di Canaan (Genesi XII, 5); sullo sfondo si apre un paesaggio con colline alberate, montagne all’orizzonte e in cielo cumuli di nubi. Dipinto nella policromia tenue dello stile “compendiario”, cioè in arancio, blu e giallo. Quest’opera fa parte di un ristretto nucleo di lavori, ad oggi poco più di una diecina, ascrivibili al cosiddetto “Maestro dei panneggi”(nota 1), un anonimo pittore-maiolicaro unanimamente riconosciuto come personalità di primo piano, un caposcuola che dopo la metà del ’500 a Faenza fu tra i migliori interpreti del nuovo corso dei “bianchi”, soprattutto di quelli “istoriati”, dipinti nello stile “compendiario”. La sua opera si concentra attorno ad un gruppo di opere piuttosto omogeneo, in cui il maestro sa mantenere in tutti i casi accenti molto personali e ben riconoscibili: figure snelle, sempre in pose armoniose e sciolte, avvolte in tuniche dai panneggi mossi da increspature leggere, colore stemperato. Inserisce inoltre in quasi tutte le sue composizioni una balza erbosa in primo piano, simile ad un cuscino, culminante con un ciuffo, quasi una sua sigla personale, presente anche in questa opera, e manifesta un modo altrettanto suo peculiare di rendere le alberature, simili a masse di riccioli minuti, quasi una serie infinita di piccoli uncini inanellati. Il maestro adotta di preferenza, perché atto ad essere istoriato a piena superficie, il grande bacile apodo, su cui egli raffigura episodi di soggetto biblico, specie veterotestamentari, che trae principalmente dalle vignette della Bibbia di Lione, stampata la prima volta nel 1554. Lo conferma anche questo magnifico piatto, su cui il maestro trascrive l’omonima vignetta della citata edizione lionese, della quale egli rispetta lo scarno dettato grafico, anche se, rispetto al modello, ridimensiona le proporzioni dei protagonisti e dà maggiore respiro al paesaggio. Di lui sono note opere in raccolte private e nei musei di Faenza, di Forlì, di Dresda, di Cambridge, ecc.(nota 2).
 
Carmen Ravanelli Guidotti
 
1) F. LIVERANI, Figure e stemmi in maioliche compendiarie faentine, in “Faenza” (1964), L, fasc. I- III, p. 53.
2) C. RAVANELLI GUIDOTTI, Faenza - faïence - “Bianchi” di Faenza, Ferrara 1996, pp. 264 - 277.
€ 10.000 / 15.000
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Important Forniture and Old Master Paintings - I

fri 15 April 2016