Arredi e Dipinti Antichi - I

325

Andrea Della Robbia
(Firenze, 1435 - 1525)

Due piastre da rivestimento parietale con motivo a tappeto, 1500 ca.

Terracotta invetriata
cm. 32,5x16,5 ognuna

Exhibitions
I Della Robbia e l'arte nuova della scultura invetriata, a cura di Giancarlo Gentilini, Fiesole, Basilica di Sant'Alessandro, 29 maggio - 1 novembre 1998, cat. pp. 245-247, n. II.45, illustrate a colori.

Si riporta in parte la scheda relativa nel catalogo della mostra di Fiesole, dove le due piastre sono state esposte: Queste piastre decorative, insieme ad altre presenti nella medesima raccolta, sono da collegare a quelle in tutto simili (seppure di dimensioni e forma diversificata) conservate nel Museo d'Arte Sacra di Montevarchi, che costituivano la parte finale di un tendaggio frangiato, mosso e leggermente sollevato alle estremità. Il disegno vegetale stilizzato della decorazione, di ispirazione islamica, compare nel repertorio decorativo pavimentale di Andrea della Robbia già dal settimo decennio del Quattrocento. Rispetto a questi esempi precedenti realizzati in policromia, i motivi di Montevarchi sono dipinti con bordi in nero su fondo bianco, mentre il giallo è utilizzato solo nell'orlo e nella frangia lungo il bordo inferiore, qui mescolato ad altri colori. Lo spessore delle piastre riproduce plasticamente l'effetto delle pieghe del tessuto, che doveva sembrare illusionisticamente appeso in alto a dei ganci posti circa ogni diciotto centimetri lungo la parete di porfido.
Questa sorta di azzurro tappeto apparteneva alla decorazione del tempietto realizzato sullo scorcio del Quattrocento da Andrea della Robbia nella collegiata di Montevarchi su commissione della Fraternita del Sacro Latte (sull'attribuzione dei rilievi ad Andrea la critica è abbastanza concorde: per Maud Cruttwell sono stati realizzati dalla bottega sotto la supervisione di Giovanni intorno al 1502, mentre Carlo Del Bravo toglie ad Andrea la paternità del San Sebastiano e del Cristo morto).
[...] Fra il 1706 ed il 1709 la collegiata fu interessata da una prima fase di lavori per il suo completo rinnovamento sotto la supervisione di Massimiliano Soldani Banzi e in quell'occasione il tempietto fu smontato, conservando soltanto i rilievi, pure danneggiati (Procacci 1968, pp. 476-487; Casciu 1991, pp. 189-210). Stessa sorte toccò, dal 1880, anche al pulpito (Anselmi 1990, p. 19). Nulla è rimasto invece dei rilievi in terracotta che dovevano costituire il fonte battesimale, un semiottagono appoggiato alla controfacciata probabilmente anch'esso affidato ad Andrea, collocato in una cappella gotica simmetrica al tempietto robbiano e assai meno profonda. La prima notizia sulla decorazione del fronte si trova in uno dei tre disegni conservati nel Museo che riproduce la pianta delle due cappelle della controfacciata, in cui questo è definito «Batistero similmente del Robbia [...]».
Bibliografia
Dendi 1727 ca., cc. 4 r-v; Cruttwell 1902, pp. 221-222; Schubring 1905, p. 143; Marquand 1922, I, pp. 123-127, nn. 83, 84; Anselmi 1990, pp. 33 e 46, nota 52; Gentilini 1990, p. 35, n. 3; Id. 1992, p. 258; Del Bravo 1995, p. 60; de Luca 1996, p. 15; Del Vita 1996; Id. 1997a, pp. 10-17; Id. 1997b.
€ 14.000 / 20.000
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Arredi e Dipinti Antichi - I

fri 26 October 2012
Prato