XIX and XX century Paintings and Sculptures - II

315

Libero Andreotti
(Pescia (Pt), 1875 - Firenze, 1933)

Donna che dorme

Altorilievo in bronzo, lunetta
cm. 68x63x8

Sigla in basso a destra: S.L.A.

Bibliografia
Ornella Casazza, Gipsoteca Libero Andreotti, Pescia, Grafiche Il Fiorino, 1992, p. 183, n. 9 (gesso).

Donna che dorme è, insieme a La pesca, dello stesso anno 1921 ca., di cui a parte la forma rettangolare del secondo pare un pendant, ed agli "stiacciati" La sculacciata, 1920, Donna e bambino affacciato a un terrazzino, 1920 ca., Il parto, 1922 ca., a rilievo incuso, un esempio alto di quella maestria plastica che rende Andreotti uno dei maggiori scultori del Novecento.
Andreotti aveva già affrontato questa tecnica così raffinata del rilievo scultoreo in bassorilievi dell'inizio del secolo, tra Milano e Parigi, avanti il conflitto mondiale: L'incantatrice, Artemisia, Bios, tutti del 1906, bassorilievi in cui si avvertono ancora gli echi di quello stile Liberty che si faceva sentire nelle coeve sculture di Paolo Troubetzkoj e Leonardo Bistolfi. Ma presto Andreotti, meditando più a fondo sulla lezione di Émile-Antoine Bourdelle, del quale egli aveva seguito l'insegnamento nell'atelier durante il soggiorno parigino dal 1906 al 1914, e di Bourdelle si sente forte l'accento nei decenni seguenti fino a quell'omaggio che è il grande altorilievo della Vittoria alata che guida un combattente, 1927, si era lasciato alle spalle ogni grafismo guardando in modo originale alle opere del Rinascimento fiorentino, soprattutto di Donatello.
Questa sorta di "conservatorismo" rigoroso di Andreotti, moderno ma classico, fu erroneamente inteso come "decorativismo" da Margherita Sarfatti, teorica di quel Novecento di cui Andreotti fu partecipe pur rimanendo totalmente autonomo. Anche il legame con Ugo Ojetti, suo mentore, alla fine pesò negativamente sulla posizione dello scultore nell'arte italiana successiva. Bisogna aspettare il secondo dopoguerra con lo scritto di Alessandro Parronchi del 1951, che segnalava l'unicità di Andreotti rispetto a tutti gli altri scultori monumentali del periodo tra le due guerre, per arrivare nelle letture critiche di Raffaele Monti, Renzo Federici, Vittorio Sgarbi, al recupero della posizione di assoluta preminenza che Andreotti ha occupato insieme ad Arturo Martini nella scultura del Novecento, preminenza interrotta nel 1933 dalla prematura morte.
Donna che dorme, la cui versione in stucco dorato, dispersa, fu esposta alla personale dello scultore nella Galleria Pesaro di Milano nel 1921, è dunque un esempio di questa alta lezione di scultura che Andreotti lasciò nella tecnica del bassorilievo, finalizzando la linea decorativa del Novecento ad esigenze di poetica rappresentazione della luce.
Il gesso del bassorilievo è stato depositato al Comune di Pescia nel 1976, con successivo atto di donazione del 10 novembre 1978.
M. F.
€ 8.000 / 10.000
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XIX and XX century Paintings and Sculptures - II

sat 16 April 2016