Un disegno di Andrea Mantegna, Dipinti, Arredi e Disegni Antichi - I

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Andrea Mantegna
(Isola di Carturo (Pd), 1431 - Mantova, 1506)

«Compianto sul Cristo morto» (recto) e «Pietà» (verso), 1460 ca.

Penna e inchiostro seppia su carta
cm. 151x100

Si ringrazia il Prof. David Ekserdjian per aver confermato l'attribuzione sulla base dell'esame diretto dell'opera.
Si ringrazia la Dott.ssa Elena Lucchesi Ragni e la Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia per aver permesso il raffronto diretto dei due disegni e per le indicazioni fornite.
Uno studio approfondito sul disegno, dal titolo A new drawing by Andrea Mantegna, è in corso di pubblicazione.

Questo foglio con due disegni fino ad oggi inediti, studi per una Deposizione, fa parte con altri due di un gruppo che la critica ha assegnato a Mantegna, in occasione della grande mostra sul pittore alla Royal Academy of Arts di Londra e al Metropolitan Museum di New York nel 1992, dopo che in precedenza erano stati attribuiti a Giovanni Bellini. Il nostro foglio sembra da associare infatti a quello con la Deposizione al sepolcro della Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia (inv. 147), raffigurante al recto una Deposizione molto vicina al nostro Compianto sul Cristo morto, e al verso uno studio di candelabro.
Del foglio di Brescia, decurtato ai margini rispetto al nostro (mm. 130x95), questo presenta non solo una totale corrispondenza stilistica, sì da supporre un'esecuzione cronologicamente contemporanea, ma anche l'appartenenza allo stesso quaderno, poiché i due recano un'iscrizione numerica sul margine in alto, in parte abrasa, il nostro 31 [V]ol 1 Mantegna, quello di Brescia 37 Vol 1 Mantegna, ambedue della stessa mano. Corrispondono in modo simmetrico anche alcuni dei sei punti di incollaggio dei due fogli.
David Ekserdjian ha ricostruito, nelle schede in catalogo della mostra del 1992, la storia del foglio Tosio Martinengo, già Collezione Brozzoni, insieme a quella degli altri due, Cristo morto (recto), e Sante donne in preghiera (verso), del British Museum di Londra (inv. 1909-4-6-1) (nel catalogo della mostra sul Mantegna del Louvre, 2008, titolati invece Tre studi di figura distesa e Due Sante in preghiera), e Pietà, della Galleria dell'Accademia di Venezia (inv. 115), collegandoli all'incisione Deposizione con quattro uccelli, 1465 ca., Graphische Sammlung Albertina, Vienna (inv. 1951-380), il cui disegno è stato attribuito al Mantegna (Bartsch, 1811, XIII, 228.2, n. 1; Hind, 1948, V, p. 21, n. 11b; Washington, 1973, p. 206, n. 79).
Gli altri due fogli, quello del British Museum e quello dell'Accademia di Venezia, anche questi decurtati rispetto al nostro, non presentano al margine la stessa scritta autografa comune del nostro e di quello della Tosio Martinengo.
Come ha indicato Ekserdjian, i fogli del British Museum e della Tosio Martinengo erano stati collegati e attribuiti alla mano di Giovanni Bellini per primo da D. Von Halden nel 1925 (D. Von Halden, Venezianische Zeichnunngen des Quattrocento, Berlin, 1925), ma successivamente Kenneth Clark, 1930 (K. Clark, Italian Drawings at Burlington House, in «The Burlington Magazine», LVI (1930), pp. 174-187), Tietze e Tietze-Conrat, 1944 (H. Tietze e E. Tietze-Conrat, Drawings of the Venetian Painters, New York, 1944, p. 87, n. A311) e J. Wilde, 1971 (J. Wilde, Corrigenda and Addenda to the Catalogue of Prints and Drawings at 56 Princes Gate, Londra, 1971, p. 45) avevano riaffermato l'attribuzione dei due disegni al Mantegna, Clark collegandoli all'incisione della Deposizione. Il foglio della Tosio Martinengo era stato ricordato anche da Roberto Longhi, 1927 (R. Longhi, Un chiaroscuro e un disegno di Giovanni Bellini, in «Vita artistica», II (1927), pp. 133-38), da A.E. Popham, 1931 (A.E Popham, Andrea Mantegna, in «Old Master Drawings» VI (1931-32), p. 45, n. 162), e da J. Byam Shaw, 1979 (J. Byam Shaw, Mantegna, Biblioteca di disegni, III, Firenze, 1979, p. 17, n. 326). 
Il foglio della Tosio Martinengo era stato recensito da Giovanni Morelli, 1892-93 (G. Morelli, Critical Studies of Italian Painters, 2 voll., Londra, 1892-93, vol. I, pp. 261, 271).
Se i due disegni del British Museum e della Tosio Martinengo sono stati, come indica Ekserdjian (1992, p. 179, scheda 27) now usually accepted as the work of Mantegna, anche il nostro, che appare indiscutibilmente della stessa mano degli altri due, è da assegnare al Mantegna.
Tutta la complessa vicenda della questione attributiva del disegno Tosio-Martinengo, e del connesso foglio del British Museum è stata riesaminata da Antonio Mazzotta nelle schede nn. 43, 44, 45, 54-55, pp. 143-167, nel catalogo della mostra al Louvre, 2008. Mazzotta rende la storia critica del passaggio attributivo da Giovanni Bellini al Mantegna, segnalando nel contributo di J. Wilde (1971, p. 45) l'assegnazione a Mantegna.
 
Il Compianto sul Cristo morto è un disegno straordinario per l'arditezza della composizione e la forza delle linee. Nella parte superiore il Mantegna ha composto la scena scorciando il corpo nudo del Cristo in prospettiva accidentale, una variante rispetto alla prospettiva centrale del Cristo morto nella tela della Pinacoteca di Brera di Milano, che appare quasi in zoom fotografico, con le teste delle due Marie piangenti di profilo in alto.
In questo disegno le tre Marie piangenti appaiono disposte dietro il Cristo e quella all'estrema sinistra, di profilo, ripete quasi nel gesto quella del dipinto di Brera. Si noti che, in questo disegno, la accentuata valenza prospettica del corpo del Cristo è quasi sottolineata, in contrasto con la frontalità delle figure delle Marie, dal disegno delle loro aureole, cerchi che in prospettiva divengono ellissi. Nella parte inferiore del foglio il Mantegna ha ripetuto la figura del Cristo, in senso opposto a quella superiore, non sorretto dalle Marie ma giacente solo, con la testa in direzione dell'osservatore, secondo un'idea di intensa drammaticità. Si deve sottolineare che la forza espressiva di queste due immagini del Cristo morto appare nettamente superiore a quella definita poi, più da lontano, nelle incisioni a stampa della Deposizione con quattro uccelli, e nelle sue successive rielaborazioni ad opera di Giovanni Antonio da Brescia e del cosiddetto Maestro del 1515 (catalogo 1992, pp. 183-188, nn. 29, 30, 31, schede a cura di Suzanne Boorsch). La stessa concezione del corpo di Cristo in scorcio prospettico appare anche nel recto del foglio del British, in cui le figure sono tre, variamente posate in successione, e quella più in basso appare molto vicina a quella superiore nel nostro foglio.
Si noti che Antonio Mazzotta ha posto in relazione i Tre studi di figura distesa del foglio del British Museum, sulla base di una precedente indicazione di Giovanni Agosti (2001, p. 28, nota 73), con le figure degli Apostoli addormentati dell'Orazione nell'orto della National Gallery di Londra, e dell'Orazione nell'orto dei Getsemani del Museé des Beaux-Arts di Tours (Mazzotta, 2008-2009, pp. 166-167, nn. 54-55).
La Pietà al verso del nostro foglio segue l'idea compositiva classica dell'iconografia quattrocentesca, dell'impianto piramidale, sovente usato dal Mantegna in altre composizioni, come nel disegno dell'incisione e puntasecca della Vergine col Bambino, 1480-85 (Graphische Sammlung Albertina, Vienna, cat. 1992, pp. 219-220, n. 48), una composizione piramidale che trova applicazione anche nella Pietà di Cosmè Tura, Venezia, Museo Correr, e in Ercole de' Roberti. Tuttavia Mantegna anche qui, ponendo la figura del Cristo di scorcio, altera la rigidità frontale, come farà nella puntasecca della Deposizione, a stampa, con la figura di San Giovanni di profilo in primo piano (cat. 1992, pp. 199-200, n. 38). Si noti ancora in questa Pietà l'aderenza quasi completa della testa della Vergine il cui velo si chiude sul petto in una spilla tonda, a quella della Vergine in preghiera del foglio della Tosio Martinengo, di cui il catalogo del 1992 riproduce un ingrandimento a p. 72, fig. 29. Infine, non può sfuggire l'accento espressivo, fortemente drammatico, del gesto della Madonna che cerca di sollevare con la sua mano sinistra il braccio sinistro del Cristo, pesante nel corpo morto.
Procedendo ad una analisi dei due disegni del nostro foglio, secondo i caratteri del segno, si possono in aggiunta segnalare molte concordanze con altri disegni del Mantegna, indicati qui di seguito: Tre figure di Santi, 1460 ca., Pierpont Morgan Library, New York (cat. 1992, pp. 173, 174, n. 23); Figura di Santo che legge, 1460 ca., The British Museum, Londra (cat. 1992, pp. 175-176, n. 24); Figura di uomo che giace su una lastra di pietra, The British Museum (inv. 1860-6-16-63) (cat. 1992, pp. 209, 210, n. 43); Quattro Santi, 1457 ca., J. Paul Getty Museum, Malibu (cat. 1992, pp. 143-144, n. 14).
 
Marco Fagioli
 
Bibliografia di riferimento
J. Wilde, Notes on the drawings of The entombment' in Brescia by Andrea Mantegna, in Corrigenda & Addenda to the Catalogue of Paintings & Drawings at 56 Princes Gate London SW7, Londra, 1971, p. 45;
Andrea Mantegna, a cura di Jane Martineau, Suzanne Boorsch, Keith Cristiansen, David Ekserdjian, Charles Hope, David Landau e altri, Londra, Royal Academy of Arts, 17 gennaio - 5 aprile 1992; poi New York, the Metropolitan Museum of Arts, 9 maggio - 12 luglio 1992, pp. 177-182, nn. 26, 27, 28;
Giovanni Agosti, Disegni del Rinascimento in Val Padana, catalogo della mostra, Firenze, 2001;
Mantegna 1431-1506, a cura di Giovanni Agosti e Domenique Thiebaut, assistiti da Arturo Galanzino e Jacopo Stoppa, edizione italiana rivista e corretta con la collaborazione di Andrea Canova e Antonio Mazzotta, Museé du Louvre, Parigi, 26 settembre 2008 - 5 gennaio 2009, cat. pp. 143-145, nn. 43, 44, pp. 166-167, nn. 54-55.
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Un disegno di Andrea Mantegna, Dipinti, Arredi e Disegni Antichi - I

fri 8 November 2013
Prato