Importanti Arredi, Sculture e Dipinti Antichi

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Scuola toscana del XVI secolo

Madonna col Bambino

Scultura in stucco policromo e dorato
cm. 80 h.

Perizia di Leo Planiscig, Firenze, ottobre 1946, con attribuzione a Jacopo della Quercia.

Restauri sulla policromia e sullo stucco.

Questa Madonna col Bambino fa parte di un gruppo di sculture in stucco e gesso policrome conosciute in diversi esemplari in musei e collezioni private, il più delle volte attribuite alla Bottega del Ghiberti o Donatello. Si tratta di una produzione per tabernacoli o di devozione domestica che fu ripetuta fino a tutto il secolo XVII e più tardi imitata. L'iconografia è quella della cosiddetta "Madonna della tenerezza" (la glicofilusa bizantina), con il Bambino che avvicina la sua testina alla guancia della Madre. Variamente attribuite alle botteghe di Ghiberti e Donatello queste Madonne in stucco policromo furono ripetutamente rifatte, spesso calcando sugli originali o rimodellate, da tutta la seconda metà dell'Ottocento fino ai primi decenni del Novecento.
Per la controversa attribuzione del prototipo originario a Ghiberti si deve notare quanto segue. Nessuno degli studiosi "classici" del Ghiberti, Leo Planiscig (1949), Richard Krautheimer (1956), ha inserito nel corpus maggiore del Ghiberti qualcuna di queste Madonne. Un tentativo di allargare il campo delle attribuzioni è stato compiuto nel 1965 da Giuseppe Marchini (Ghiberti "ante litteram", in Bollettino d'Arte, n. III-IV, luglio-dicembre 1965, pp. 181-193) dove appaiono proposte di attribuzione a Ghiberti di alcune Madonne (quella di Sant'Angelo in Vado), poco pertinenti con questo modello. L'attribuzione alterna del modello a Ghiberti e/o a Donatello è ripetuta sovente anche oggi. Nell'unico ampio e autorevole studio sulle Madonne del Quattrocento di John Pope-Hennessy (1980), che rimane il più valido a tutt'oggi, si possono segnalare, come attribuite, una Vergine e Bambino in terracotta della Memorial Art Gallery, Rochester, e un'altra del Victoria and Albert Museum, ambedue Madonna della tenerezza, ma diverse dalla nostra (Pope-Hennessy, The Study and Criticism of Italian Sculpture, Princeton University Press, Princeton, 1980, cit., p. 66, nn. 24, 25). Il modello di questa Madonna non appare neppure repertizzato nel saggio di Pope-Hennessy (cit., pp. 223-265).
Tuttavia una Madonna col Bambino (Madonna Ford) del Detroit Institute of Arts, terracotta policroma dorata, del tipo "della tenerezza", vicina alla nostra ma più caratterizzata espressivamente, già attribuita da Valentiner (1938) a Ghiberti, è stata recentemente spostata a Donatello. Della stessa Madonna Ford esiste una replica in terracotta al Conservatorio delle Signore Montalve alla Quiete, Firenze, ambedue datate al 1410-35 ca. (Donatello e i suoi. Scultura fiorentina del primo Rinascimento, a cura di Alan Phipps Darr e Giorgio Bonsanti, Detroit Institute of Arts, Firenze, Forte di Belvedere, 15 giugno - 7 settembre 1986, pp. 132-135, nn. 23, 24). La datazione della Madonna Ford in terracotta di Detroit è stata confermata dall'analisi alla termoluminescenza "che ha confermato che il rilievo è stato cotto non più tardi del XV secolo". Anche di questa Madonna, come la gran parte di quelle del Quattrocento, si conoscono diverse più tarde repliche in stucco e gesso, realizzate da calchi e quindi formate. Va detto che la Madonna Ford ha conosciuto il solito "balletto attributivo" delle diverse Madonne del tempo: Valentiner (1938), Middledorf (1938, 1979-81), Pope-Hennessy (1964), Avery (1986) hanno confermato l'attribuzione al Ghiberti, mentre diversamente Ragghianti (1938) a Michele da Firenze, e Bellesi (1977), Schlegel (1979), Knuth (1982) l'hanno attribuita al giovane Donatello. Va infine segnalato che la nostra Madonna può presentare un'analogia stilistica nel volto con quello della Madonna col Bambino, terracotta policroma, di Nanni di Bartolo, al Museo di Ognissanti a Firenze (Donatello e i suoi, cit., pp. 193-194, n. 68).
In conclusione il problema attributivo e quello di datazione di questi gruppi di Madonne, laddove non sia suffragato da adeguate analisi scientifiche, chimiche e spettroscopiche, non si può risolvere e la scultura potrebbe essere stata realizzata in un tempo ben più tardo rispetto alle sue caratteristiche stilistiche.
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ven 27 Ottobre 2023
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