Importanti Arredi e Dipinti Antichi - I

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Scuola fiorentina del XVI secolo

Savonarola al rogo in piazza della Signoria

Inchiostro seppia su carta
cm. 27x35,5

Foglio con abrasioni e integrazioni.

Il disegno riprende con alcune varianti il celebre dipinto raffigurante Il Supplizio del Savonarola. Del dipinto si conoscono alcune repliche risalenti al XVI secolo, delle quali le due più importanti si trovano una al Museo di San Marco e l'altra alla Galleria Corsini, a Firenze. La nostra versione sembra riprendere quella del Museo di San Marco, annesso alla Chiesa, in quanto certi dettagli architettonici sono più simili. Nel disegno che, per ragioni derivate dalla dimensione del foglio, diminuisce nella resa dello spazio prospettico la distanza tra l'orizzonte e la linea di terra in primo piano, si notano alcune aggiunte, "invenzioni", rispetto ai dipinti, come quella dei tre cagnolini presenti in primo piano.
Del Supplizio di Girolamo Savonarola, frate predicatore che precorse la Riforma, Roberto Ridolfi ha reso una descrizione di straordinaria vivezza: "Salì primo i gradini della forca fra Silvestro; poi sorridente ed estatico, fra Domenico; ultimo, dopo aver visto l'estremo supplizio dei suoi compagni, colto in una serenità ultraterrena, fra Girolamo. Il quale, detto al confessore di pregare per lui, recitando il Credo piccolo ascese la scala. Arrivato al sommo, volse in giù lo sguardo a rimirare la moltitudine di quel popolo che tante volte aveva veduto acclamante o piangente dall'alto del pulpito. Poi il manigoldo, messogli il capestro al collo, gli dette la spinta fatale e subito cercò di accendere la catasta, prima che la vita avesse del tutto abbandonato quel povero corpo, onde sentisse il tormento del fuoco; ma giocolando e buffoneggiando come faceva (tanto che ne fu redarguito dalla Signoria), gli cadde l'anello di ferro che doveva fermare la salma, e quando l'ebbe trovato, e appiccato il fuoco, il martire era già morto. Erano, computate modernamente, le ore dieci di quel 23 di maggio, vigilia dell'Ascensione.
Prima che gli fosse data la spinta, s'era levato dalla moltitudine un grido beffardo: «Savonarola, ora è tempo di fare miracoli» [...] Era appena divampato il fuoco, che un vento levatosi subitamente sospingeva le fiamme in maniera da non lasciare offendere i corpi degli impiccati; allora si alzò dalla piazza un clamore e grida «miracoli, miracoli!», e molti atterriti si fuggivano. Ma risorgendo la fiamma e avvolgendo ormai le tre salme, sollevò il braccio destro del Savonarola, lo elevò ancora con la mano aperta e due dita alzate, in modo che parve dare la benedizione al popolo. [...] Ciò essendo riferito ai commissari, per sottrarle alla venerazione popolare, fecero raccogliere tutte le ceneri e gettarle in Arno. E furono in tal modo puntualmente verificate quelle parole  profetiche che il Frate disse fino dal 1491, esponendo il Salmo Expectans expectavi: «Andranno gli empi al santuario, con le scure e col fuoco le porte spezzeranno e abbruceranno, e piglieranno gli uomini giusti e nel luogo principale della città li bruceranno; e quello che non consumerà il fuoco e non porterà via il vento, gitteranno nell'acqua».
Così finì Girolamo Savonarola. Le sue ceneri, disperse ai dolci venti di un maggio fiorentino, ricaddero, vere ceneri di penitenza, sulla cristianità tutta" (Roberto Ridolfi, Vita di Girolamo Savonarola, Sansoni, Firenze, 1974, pp. 402-403).
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ven 8 Aprile 2022
TORNATA UNICA 08/04/2022 Ore 15:30