Arredi e Dipinti Antichi e una Prestigiosa Collezione di Maioliche - I

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Singolare piatto "amatorio

Cm. 31 ø, Faenza, terzo quarto del XV secolo, danneggiato.
 
Bibliografia
C. RAVANELLI GUIDOTTI, Delle gentili donne di Faenza Studio del “ritratto” sulla ceramica faentina del Rinascimento, Ferrara, 2000, p. 72, fig. 5.
 
Siamo in presenza di un singolare saggio di ritrattistica della seconda metà del ’400, momento in cui il “ritratto”, spesso idealizzato, a Faenza acquista una sua identità di genere. Canonico in questo caso è il profilo della “bella”, volto a sinistra, con i capelli raccolti in un vistoso balzo, e con una tunica legata su una spalla a mo’ di clamide. Il busto domina il cavetto, ma è proposto ancora senza il nastro o cartiglio onomastico, che contrassegnerà il genere nella fase rinascimentale piena. In ordine alla decorazione, esso appartiene alla cosiddetta “famiglia italo-moresca”, dipinta con una dominante azzurra in “zaffera” un po’ languida, di tonalità cinerina, pertanto detta “a tavolozza fredda”, che accresce notevolmente il suo repertorio, in parte ancora legato alla maiolica tardo-medievale (“arcaica”), proprio con il “ritratto”, sia maschile sia femminile. Sono composizioni che via via conquistano eleganti sottigliezze cortesi assorbite dalla cultura gotica, fuse con il gusto valenzano “moresco”, specie, come questo caso conferma, per l’adozione di minuti motivi vegetali di fondo (semipalmette a ventaglio, rosette, spiralette, puntini, foglie stilizzate, ecc.), che risparmiano “a riserva” la figura. Moresco inoltre è l’impiego del giallo cedrino, o “pseudolustro”, per alcuni dettagli decorativi, a volere imitare l’effetto cangiante e dorato delle maioliche valenzane, che bene si intona alla gamma “fredda” dell’azzurro. Nel “ritratto” si conquista inoltre l’uso della sfumatura, per ottenere effetti di chiaroscuro e di morbidezza dei passaggi del volto, che in questo caso mostra i tratti formulati ancora secondo acerbi stilismi, un po’ rigidi, angolosi e scarni, ma permeati di una severità piuttosto attraente. La stessa efficacia e concentrazione espressiva  della “bella” si nota in un altro piatto, coevo e di officina faentina, con la medesima foggia tipicamente gotica, cioè a profilo carenato e piede a cercine (nota 1).
 
Carmen Ravanelli Guidotti
 
1 C. RAVANELLI GUIDOTTI, Delle gentili donne di Faenza. Studio del “ritratto” sulla ceramica faentina del Rinascimento, Ferrara 2000, pp. 142-143, scheda 3.
€ 3.000 / 4.000
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ven 15 Aprile 2016