Matita e inchiostro su carta
mm. 214x159
Marchio Collezione GM. Al verso su un supporto: etichetta Jules Berville, Parigi.
Storia
Collezione Jules Berville, Parigi;
Collezione Conti Salerni, Roma;
Collezione privata, Firenze
Attestato di libera circolazione.
"[...] Rarissimo foglio che testimonia l’attività di Giulio Romano nell’ambito del cantiere delle Logge Vaticane sotto la direzione del Sanzio, in cui si nota anche nella stesura grafica un diretto legame fra l’Urbinate ed il giovane allievo. Il disegno raffigura, per un’ eventuale decorazione parietale, la vita e la morte concepite nel putto e nei tralci di vite, simbolo della esistenza, e nel drago, alla base, che personifica il male e la morte. La trasposizione dall’antico appare qui evidente. Esempi simili si ritrovano nelle decorazioni romane della Domus Aurea e consimili, il che conferma la derivazione delle invenzioni raffaellesche da temi desunti dalle maestranze romane nell’esercizio simbolico delle grottesche. Da un punto di vista stilistico, appare evidente il ricollegarsi di questo progetto-disegno - nell’“inventio”-, alla scuola dell’Urbinate, e più precisamente alla mano di Giulio Romano, che partendo dalle Logge giunse alle decorazioni mantovane esprimendo il proprio stile derivato dalla scuola del grande maestro di Urbino. Questo disegno, così inscritto e nel contempo “volante” e di punta febbrile, presenta un putto nudo preso nel vortice dei racemi che donano alla linea il sottile stridore delle fratture luministiche. Queste si consumano emulando il segno della grottesca, dove la poesia vince ogni dissidio fino ad offrire un’antica, rinnovata immagine trascesa dal genio. Il foglio è risolto in una parvenza di classica serenità. Il drago, che alla base chiude la raffigurazione, trasporta, nello spirito, una forma esplicata da una piena coerenza raffaellesca, che indica una nuova concezione dell’antichità. Pensata forse per un rilievo o decoro, la figurazione si pone, come un progetto da inserirsi in una architettura […]".
P.P.Q.