Una Collezione Fiorentina di Disegni Antichi, alcuni già Collezione Luigi Grassi - I

351

Giorgio Vasari
(Arezzo, 1511 - Firenze, 1574)

Miracolo della mensa di San Benedetto, 1566

Matita e inchiostro su carta
mm. 194x135

Marchio Collezione GM.
Filigrana assente.

Storia
Collezione privata, Firenze

Attestato di libera circolazione

Bibliografia
Il disegno come genesi della pittura, a cura di Pier Paolo Quieto, prefazione di Denis Mahon, saggi di Anna Forlani Tempesti, Concetto Nicosia e Pier Paolo Quieto, Edifir Edizioni, Firenze, 2004, pp. 22, 212, 213.

Studio preparatorio per la tavola Il miracolo della mensa di San Benedetto, Cappella del Sacramento, Duomo di Perugia.
 
"Nel 1566, durante uno dei viaggi che Vasari intraprendeva per raggiungere Roma, fermatosi a Perugia, accettò di dipingere per l'abate Jacopo Dei tre tavole per il refettorio del convento annesso alla locale Chiesa di S. Pietro, i cui soggetti sono così descritti dal Vasari stesso: "...Le nozze che Cristo in Casa fecie dell’acqua vino: Helis profeta con i suoi eremiti fe addolcire le coloquinte che erano amare; S. Benedetto che ai suoi monaci essendo mancata la farina el grano, miracolosamente gli angeli di Dio gli conducano la farina con muli al Convent...". Questo disegno, certamente uno studio preparatorio, notevolmente avanzato e quasi un modellino, riflette, seppur con qualche variante, il tema della terza tavola: "Il miracolo della mensa di S. Benedetto" che ora si trova nella Cappella del Sacramento del Duomo di Perugia. Nel dipinto, i due monaci sulla destra sono sostituiti da un angelo stante, certamente la guida celeste che ha condotto i muli al convento, ed il Santo seduto ha di fianco un tavolo con clessidra e calamaio, assente del disegno, sul quale appoggia il libro che nel disegno tiene in grembo. L'impianto, le architetture sullo sfondo, il movimento, la minuziosità nella rappresentazione dei personaggi, sono alla base di questo foglio, che mostra chiaramente le radici della cultura vasariana. La padronanza del segno grafico raggiunge risultati sorprendenti, dal segno libero e mosso della penna alla dosatura dei lumi, al sapiente uso dell'acquerello che scandisce la luce: elementi fusi ad ottenere un notevole effetto pittorico con grandi attenzioni ai ritmi che donano alla partitura del foglio una grande limpidezza attraverso il variato e mosso situarsi dei personaggi nella scena, il che evita un incombente geometrismo delle architetture. Questi modi divennero poi normativi nell'impianto della pala d'altare. La maniera sofisticata dell’Artista si manifesta qui anche nei profili, nelle mani che accentuano la gestualità del gruppo, nel gusto decorativo, pur non limitandosi ad un'eleganza formale salviatesca. Il foglio è databile al 1566, negli anni immediatamente precedenti la decorazione dello Studiolo di Francesco I (1570) [...]".
P.P.Q.
 
Bibliografia di riferimento
Baldini V., Catalogo della mostra vasariana, Firenze 1950-1952;
Forlani Tempesti A., I disegni italiani del Cinquecento: Scuola fiorentina, senese, romana, umbra, marchigiana e dell’Italia Meridionale, Venezia 1962;
Barocchi P., Vasari pittore, Milano 1964;
Barocchi P., Mostra dei disegni del Vasari e della sua cerchia, catalogo della mostra, Firenze 1964;
Petrioli A. M., Mostra di disegni vasariani, catalogo della mostra, Firenze 1966;
Forlani Tempesti A., Capolavori del Rinascimento. Il primo Cinquecento toscano, Milano 1970.
€ 30.000 / 40.000
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mer 9 - gio 10 Aprile 2014
Prato