Dipinti e Sculture del XIX e XX secolo - II

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Lotto di trenta lettere di Medardo Rosso a Gustave Duchat, due libri e tre ritagli di giornale datati 1900-1913

Libri:
- Les peintres Futuristes italiens, Boccioni, Carrà, Russolo, Balla, Severini, catalogo della mostra, Parigi, Chez MM. Bernheim-Jeune, 5 - 24 febbraio 1912;
- Yveling RamBaud, Silhouettes d'Artistes, Paris, Société Française d'Éditions d'Art, 1899.
 
Le trenta lettere e altri documenti che qui si presentano costituiscono un insieme importante per la storia di Medardo Rosso scultore. Medardo Rosso è stato, insieme a Rodin, il maggior scultore europeo di fine Ottocento. Al 1879 - 1881 risalirebbe il Ritratto del pittore Pacifico Burzio, che presenta indubbiamente caratteri vicini a quelli di Giuseppe Grandi, il maggior scultore della Scapigliatura. Nel 1882 si iscrive all'Accademia di Brera, dalla quale viene espulso l'anno seguente per essersi posto alla testa di una protesta. A questi primi anni risalgono le sculture El locch, Il bersagliere, Il cantante a spasso, Gli innamorati sotto il lampione, Gavroche, L'ultimo bacio. Nel 1883-84 avrebbe modellato Carne altrui, La portinaia, El scior Faust, Lo scaccino e Impression d'omnibus, Amor materno. Dopo il 1885 e la nascita del figlio Francesco realizza Aetas aurea e tra il 1886 e il 1889 i quattro busti relativi a monumenti funebri. A Parigi Rosso arriva nel 1889 quando l'impressionismo ha già compiuto il suo corso, l'ottava e ultima esposizione del gruppo era avvenuta nel 1886, e tuttavia nella capitale francese trova nuova spinta per la rivoluzione formale che va compiendo. Intorno al 1890 esegue infatti il Malato all'ospedale, Bambino malato e Bambina che ride. Conosce Henri Rouart del quale esegue il ritratto e modella anche l'Enfant au Sein. È nel 1894 che Rodin si reca in visita al suo studio e gli esprime la sua grande ammirazione. Nel 1895 esegue il Ritratto di Yvette Guilbert e la Impression du boulevard: Paris la nuit, poi distrutta e poco dopo la Conversazione in giardino, che notevole importanza deve aver avuto per il Boccioni futurista dello Sviluppo di una bottiglia nello spazio (1912), e l'anno successivo il Ritratto di Madame Noblet. Il significato della rivoluzione di Rosso appare oggi nel suo pieno valore: liquidazione dell'idea di statuaria come veniva tramandata dell'arte antica a tutto l'Ottocento, obbligo dell'uso di un punto di vista verso la scultura, funzione del rapporto spazio-luce come primario rispetto ai valori plastici. E certe opere di Rosso, come i ritratti di Yvette Guilbert e Madame X, appaiono veri incunaboli della scultura moderna.
Sul destinatario delle lettere, Gustave Duchat, residente a Troyes, 43 rue de la Paix, non si sono trovate notizie, ma a giudicare dal tono delle medesime doveva essere, in qualche modo, un mecenate dello scultore, come attestano i diversi prestiti di denaro che Rosso gli chiedeva. La maggior parte delle lettere si riferisce al 1900, un anno importante nella storia dell'artista: egli partecipò infatti all'Esposizione Universale di Parigi con cinque opere esposte nella stessa sala di Segantini: Portrait de Madame X, Ritratto di Madame Noblet, Rieuse, Enfant malade, Au soleil: impression d'enfant, Vers le soir: femme à la voilette, Impression du boulevard. In questa occasione conobbe Etha Fles, pittrice della commissione olandese, che aveva organizzato nel 1891 una mostra di Simbolisti a Utrecht. Il legame stabilitosi tra Rosso e la Fles sarà profondo e duraturo e la pittrice si prodigherà nel sostegno critico e finanziario dell'artista. Alla fine del 1900 Rosso si recò a Utrecht, dove eseguì il Ritratto del dottor Fles.
Di questi eventi si trova traccia nelle lettere qui raccolte: in una infatti Rosso parla dell'Esposizione Universale, e in un'altra propone a Duchat, con l'eventuale consenso della moglie, l'acquisto di un bronzo per il suo giardino, che lo scultore descrive come une femme qui rit, che è da identificare attendibilmente con la Rieuse; in un'altra lettera Rosso assicura Duchat che farà apporre il suo nome, come proprietario, ad un'opera esposta nel Padiglione italiano, ma non sappiamo se sia la stessa Rieuse. Nel gruppo di lettere vi è un telegramma che Rosso ha spedito da Utrecht, e in una lettera compare l'intestazione Hotel Bellewe, in data 29/12/1901. Un'altra delle lettere di Rosso è in carta intestata del Grand Hôtel Terminus, Gare St. Lazare, Paris, e un'altra, scritta dopo la mostra, reca un timbro a secco di un indirizzo in rue de Provence. Ancora una lettera reca in calce l'indirizzo di Rosso, 98 Boulevard des Batignolles.
Una lettera porta la data del gennaio 1907, mentre i due ritagli di giornale si riferiscono alle opere di Rosso presenti all'Esposizione Universale. Infine la copia del giornale Comoedia con l'articolo di Rictus su Un précurseur: Médardo Rosso, reca l'indirizzo di Duchat, manoscritto da Rosso, e la data di pubblicazione del giornale, Vendredi 3 Janvier 1913, segno che il rapporto tra i due si protrasse fino al 1913 e forse oltre.
Alle lettere si aggiungono due libri preziosi, quello sulle Silhouettes d'Artistes e l'altro sull'esposizione dei pittori futuristi a Parigi del 1912.
Il primo libro è accompagnato da una lettera di Rosso a Duchat, che è quella con l'indirizzo di Boulevard des Batignolles, in cui la data 7-6-99, apposta a matita in alto a sinistra da altra mano, colloca la lettera come quella post quem sarebbe iniziato il rapporto di amicizia.
Un insieme dunque di lettere e documenti che si aggiunge a quelli già raccolti e conservati presso il Museo Rosso di Barzio e che costituisce un tassello nuovo nella biografia dell'artista.
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sab 21 Aprile 2012
Prato