Dipinti e Sculture del XIX e XX secolo - II

702

Libero Andreotti
(Pescia (Pt), 1875 - Firenze, 1933)

Testa dell'Eroe

Scultura in bronzo su base in legno
cm. 38 h., cm. 54 h. (con base)

Bibliografia
La scultura italiana dal XV al XX secolo nei calchi della gipsoteca, a cura di L. Bernardini, A. Caputo Calloud, M. Mastrorocco, Spes, 1989, p. 7, n. 3;
Ornella Casazza, Gipsoteca Libero Andreotti, Pescia, Grafiche Il Fiorino, 1992, p. 144, tav. 18 bis; p. 161, n. 9.

Modello per Il campo di Battaglia (1927-28), Monumento della Vittoria, Bolzano, Piazza della Vittoria.
 
Nel 1928 Andreotti eseguì il Cristo risorto per il Monumento della Vittoria di Bolzano, eretto a memoria dei caduti della guerra da Marcello Piacentini e al quale operarono altri scultori, da Antonio Wildt ad Arturo Dazzi e a Pietro Canonica, secondo un ordine decorativo stabilito da Piacentini stesso che si servì di Andreotti, oltre che per il Cristo risorto, anche per un bassorilievo in bronzo con la Vittoria alata che guida un soldato, collocato nella parte a tergo del monumento. Il modello in gesso per il bronzo venne collocato nella Gipsoteca dell'Istituto Statale d'Arte di Firenze, dopo essere stato donato dalla vedova nel 1934. La testa, modellata con una forte accentuazione delle superfici plastiche per rappresentare un'espressione insieme di dolore e lotta, corrisponde all'idea eroica del soldato, se pure estratta dalla composizione plastica dell'alto rilievo per il monumento, (le cui dimensioni sono di cm 280x242x32/ 47), e acquista nel taglio andreottiano una piena autonomia espressiva, come fosse una testa concepita a sé stante. Andreotti conferma in questa scultura la sua vocazione a uno stile che interpreta la modernità guardando alle fonti della tradizione classica e rinascimentale, memore in questo della lezione di Émile-Antoine Bourdelle di cui era stato allievo nell'atelier parigino. Si tenga conto che il carattere moderno di questa testa, affatto segnata dalla retorica diffusa nella scultura di quegli anni, ma tutta concentrata sull'uso intensamente espressivo del modellato, anticipa di qualche decennio una linea che verrà seguita poi dagli scultori italiani delle generazioni successive nel Novecento.
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Dipinti e Sculture del XIX e XX secolo - II

sab 21 Aprile 2012
Prato