Cosimo Conti

(Firenze, 1825 - 1893)

Olio su tela

cm. 44x57,5

Il dipinto, riapparso quanto mai opportunamente in concomitanza dei festeggiamenti per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia, tratta la rappresaglia di un drappello di soldati austriaci che, con il pretesto di avere trovato della polvere da sparo in casa Cignoli, uccise tutta la famiglia.
L'opera è il modello eseguito dal pittore per il concorso Ricasoli, bandito a Firenze nel settembre 1859 dal governo presieduto dal Barone Bettino Ricasoli, quale importante e valido strumento di propaganda alla politica unitaria: tale concorso prevedeva l'allogazione ad artisti toscani o italiani residenti a Firenze da almeno tre anni dell'esecuzione di opere di pittura e scultura a soggetto storico-militare. Il bando, suddiviso in varie sezioni, prevedeva la partecipazione dei concorrenti in forma anonima, per cui i bozzetti, di misura rigidamente prefissata, non dovevano essere firmati ma accompagnati da un motto coniato dall'autore.
Al concorso parteciparono i maggiori artisti toscani dell'epoca, tra cui Lega, Borrani, Sigorini e Fattori, vincitore quest'ultimo nella sezione relativa ai dipinti di battaglia che accompagnò il bozzetto per Il campo italiano durante la battaglia di Magenta con il laconico motto: Livorno!.
Tutte le opere partecipanti furono esposte nel marzo 1860 all'Accademia di Belle Arti di Firenze; L'eccidio della famiglia Cignoli vi fu presentato con il motto: Prima avari i tedeschi, poi crudeli e risultò vincitore assieme alle opere di Lanfredini, Bechi e Stefano Bandini nella sezione dei quadri di costume che rappresentino episodj militari dell'ultima guerra, per i quali era prevista la misura finale di braccia 4 su 3 (circa 225x175 cm), mentre per il bozzetto la misura era di braccia 1 su ¾ (circa 40x55 cm).
Cosimo Conti realizzò la stesura definitiva alla fine del 1861, ed oggi quest'opera è esposta nella sala 13 della Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti.