Arredi e Dipinti Antichi - I

440

Guido Reni
(Bologna, 1575 - 1642)

Ecce Homo

Olio su tela
cm. 84,5x65

Reca una perizia scritta di Stephen Pepper in data 22 novembre 2000.

Questo «Ecce Homo», la cui autografia di Guido Reni è stata confermata da Stephen Pepper nel 2000, rappresenta una aggiunta importante al catalogo del Maestro. Si riporta parte della perizia di Pepper: Questa pittura non è solo un lavoro autografo di Guido Reni, ma una delle più belle versioni del soggetto «Ecce Homo». Essa è pervasa dallo spirito ineffabile nel quale l'immagine di Cristo è toccata da una indescrivibile grazia. La raffinatezza della tavolozza è espressa nel delicato color lavanda delle labbra e nella tonalità limpida della pelle. Questo suggerisce una datazione per la nostra pittura molto vicina al capolavoro di medesimo soggetto del Museo del Louvre (D.S. Pepper, Guido Reni, 1988, cat. n. 180, pl. 167). In quello il colore è reso in toni pastello, così che la pittura sembra realizzata a tempera piuttosto che ad olio. Ma di olio si tratta, e l'intenzione dell'artista è quella di rendere la sua immagine come una realtà metafisica che è espressa nella tavolozza [...]. Possiamo essere abbastanza sicuri nel datare il dipinto, prima di tutto perchè questo è evidentemente eseguito nello stile della seconda maniera di Guido. Nella sua prima maniera egli dipinse le figure in modo monumentale, ad alto rilievo, con un uso disinvolto del chiaroscuro. Nel secondo stile egli dipinse con una luce molto intensa ed eliminò l'uso del chiaroscuro. Ciò è quello che appare nel presente dipinto. Se lo paragoniamo all'altra versione di medesimo soggetto, ora nel Museo di Dresda (Pepper, ibid., cat. n. 153, pl. 143), dipinta appena prima (1636 ca.), vediamo quanto sia maggiore contrasto di luce nella figura di Cristo. Ma nel nostro dipinto Reni ha compiuto un passo significativo nell'intento di rendere completamente immateriale l'incarnato, attraverso velature di luce ed eliminando l'ombra. Per questa ragione confermo nuovamente quanto detto prima, cioè che il presente dipinto è un capolavoro della seconda maniera di Reni, la più alta espressione della sua rappresentazione dello spirituale. Per confronto si veda in: Stephen Pepper, Guido Reni. L'opera completa, Istituto Geografico de Agostini, Novara, 1988, cat. p. 298, n. 180, tav. 167; cat. p. 284, n. 153, tav. 143.
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Arredi e Dipinti Antichi - I

ven 26 Marzo 2010
Prato