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Urs Lüthi
(Lucerna, 1947)

Portfolio Un'isola nell'aria, 1975

Serie completa di 36 stampe alla gelatina ai sali d'argento applicate su cartoncino, ed. 9/75
cm. 60x50 ognuna

L'opera è completa, contenuta in quattro portfolio rilegati in lino nero, contenenti ciscuno nove opere tutte firmate, datate e numerate 9/75. Le tavole sono ripartite a seconda delle loro tematiche. Le stampe fotografiche in bianco e nero sono alla gelatina ai sali d'argento montate su un cartoncino bianco protetto da un passepartout Bristol.

Edizione Pari & Dispari, Rosanna Chiessi e Peppe Morra,in collaborazione con Francesco Conz, Reggio Emilia.
In custodia originale.
 
Urs Lüthi nasce nel 1947 a Lucerna (Kriens) in Svizzera. Dal 1963–64 frequenta la Scuola di arti applicate di Zurigo, trasferendovisi definitivamente. Dal 1968 al 1971 divide l’atelier con Davis Weiss. Dopo una prima fase artistica in cui produce opere concettuali di grande formato legate alla pop art e una crisi esistenziale alla fine degli anni ’60, Urs Lüthi inizia con la fotografia performativa, in cui egli stesso costantemente fa da attore e modello concettuale creando immagini legate alla sua arte e vita. Dal 1991–2013 insegna alla Art Academy di Kassel. Urs Lüthi vive e lavora a Monaco di Baviera. Nel gioco degli specchi tra arte e vita, Urs Lüthi ha iniziato tra gli anni Sessanta e Settanta a cercare un modo personale di farsi lui stesso rappresentazione degli altri, amplificando il proprio ego con grande autoironia. Usando la fotografia come strumento di creazione dell’immagine, ha interpretato ruoli diversi, personaggi strani, buffi, ha inscenato drammi, cambiato sesso, spostandosi lungo l’asse temporale più volte. L’artista rinuncia alla rappresentazione del mondo esterno come dato oggettivo, elaborando una strategia di rispecchiamento in cui comunque la propria immagine diventa il luogo in cui il mondo si riflette e appare. Il passaggio realizzato da Urs Lüthi risiede proprio nella dicotomia tra l’ironia e la tragedia: l’esistenza è troppo breve per prenderla sul serio. Raccontarsi con umorismo e sano realismo evitando ogni dramma è una delle cifre del lavoro dell’artista svizzero. L’uso della scultura diventa progressivamente il linguaggio che prende il posto della fotografia. I suoi autoritratti scultorei non sono ossessivi e ripetitivi, sono tragici e buffi nello stesso tempo. Sanno esprimersi attraverso la fragilità del vetro, ma possiedono anche la trasparenza dell’intelligenza. Invecchiare e morire sono cose normali, sempre meglio una vita da artista che arrendersi alla banalità del reale.
€ 10.000 / 14.000
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Fotografia

gio 20 - gio 27 Maggio 2021