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Lucien Hervé
(Hodmezovasarhely, 1910 - Parigi, 2007)

Le Marché aux Puces, 1948-50

Stampa ai sali d'argento, vintage
cm. 25,7x20,7

Sigla, titolo e data al verso: L.H. / Le Marché aux / Puces / 1948-50: timbro Lucien Hervé / Neuilly Sur Seine / Mai 64-66, con n. PA XVIII-21.

Bibliografia
Lucien Hervé. Amis inconnus, Filigranes Èditions, Parigi, 2002, copertina.

Hervé nasce col nome di Laszlo Elkan nel 1910 in Ungheria: uno degli innumerevoli ungheresi che cambiano patria e nome. Rimasto orfano di padre a dieci anni, inizia a studiare pianoforte e si interessa alle arti visive. Nel 1929 è a Parigi col fratello, dove visita musei e si impiega in banca. Diventa attivo nel movimento sindacale franco-ungherese e studia economia frequentando l’università dei lavoratori. Trova lavori saltuari nel settore amministrativo di varie aziende di haute-couture parigine e come fotografo per il periodico artistico-letterario Marianne. Nel 1937 riceve la cittadinanza. La guerra incombente lo vede fotografo militare e poi prigioniero dei tedeschi in Prussia. Nel 1941 fugge e si unisce alla resistenza francese assumendo definitivamente il nome di Lucien Hervé. È il periodo che ne segna definitivamente il carattere di combattente irriducibile contro ogni fascismo in Europa. Hervé non tocca più una fotocamera fino al 1947, quando realizza la raccolta Paris sans quitter ma fenêtre. Qui quella sua precisione geometrica comincia chiaramente a delinearsi. Pare che Hervé abbia “ritagliato” molte fotografie della raccolta per isolare le linee nette e il chiaroscuro dello spazio e creare così quella sorta di tensione interiore dell’immagine per la quale è diventato noto. Poi c’è il curioso elemento umano: sagome spettrali di figure senza volto che in qualche modo si trasformano in forme negli spazi negativi della fotografia. Sembrano consumati dal corpo solido, concreto e metropolitano. Hervé è definitivamente approdato alla fotografia architettonica. Nel 1949 arriva la svolta decisiva. Conosce Henry Matisse e soprattutto il padre domenicano Alain Couturier, redattore capo della rivista L’Art Sacrè. Su suo consiglio si reca a Marsiglia e fotografa l’Unitè d’Habitation del celebre architetto Le Corbusier: un rigido conglomerato modernista di edifici residenziali. Sono 650 fotografie che vengono respinte dalla rivista committente ma, folgorano Le Corbusier che dichiarò: “Hervé come fotografo possiede la stessa anima di un architetto”. È l’inizio di un sodalizio foto/architettonico che durerà per 16 anni fino al 1965, quando muore Le Corbusier. Gli scatti nudi e astratti di Hervé seducono altri grandi architetti come Alvar Aalto e Oscar Niemeyer ed il suo stile inconfondibile rivaluta definitivamente la fotografia architettonica in Europa. L’utopia di Le Corbusier seduce Hervé al punto da esaltarne la visione e l’intenzione di offrire agli uomini nuove condizioni di vita, con oltre 20.000 scatti che contribuiscono a consacrare il riconoscimento globale dell’architetto. Hervé ripudia la convinzione che le immagini puramente documentarie con semplici scatti laterali e angoli di tetti siano il modo migliore per comunicare lo stile e il carattere degli edifici. La sua fotografia è il compimento ultimo della sua filosofia “less is more” che fonde avanguardia europea e fotografia contemporanea.
€ 2.500 / 3.000
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Fotografia

gio 20 - gio 27 Maggio 2021