ARTE MODERNA - II

515

Libero Andreotti
(Pescia (Pt), 1875 - Firenze, 1933)

Baccante, 1920

Scultura in bronzo a cera persa, es. unico, fusione Capecchi
cm. 132 h.


Storia
Collezione Brench e Girardi, Firenze;
Collezione Bruno Innocenti, Firenze;
Collezione privata, Firenze

Esposizioni
Personale Galleria Pesaro, Milano, 1921;
Primaverile Fiorentina, Firenze, 1922;
Arte Moderna in Italia, 1915-35, Firenze, Palazzo Strozzi, 28 febbraio - 26 maggio 1967, presentazione di Carlo Ludovico Ragghianti, cat. pp. XXII, 103, n. 458 (con titolo Figura femminile, data 1913-14 e tecnica errata);
Mostra di Libero Andreotti, con un saggio di Raffaele Monti, Pescia, Villa Sismondi, Valchiusa, 2 settembre - 3 ottobre 1976, cat. n. 56;
Il Novecento italiano. Artisti intorno a Margherita Sarfatti, Cortina d'Ampezzo, Farsettiarte, 10 - 31 agosto 2016, cat. pp. 35, 115, n. I, illustrato.

Bibliografia;
Raffaele Monti, Andreotti, Editalia, Roma, 1977, p. 26, n. 58;
Gipsoteca Libero Andreotti, a cura di Ornella Casazza, Toscana Musei, Il Fiorino, Firenze,1992, pp. 133-134, n. 43, es. in gesso (nella scheda O. Casazza segnala che l'opera è l'unico esemplare in bronzo);
Libero Andreotti, a cura di Giuseppe Appella, Silvia Lucchesi, Raffaele Monti, Claudio Pizzorusso, Matera, Sasso Barisano, 31 maggio - 30 settembre 1998, Chiesa rupestre della Madonna delle Virtù e di San Nicola dei Grevi, Edizioni La Baretta, Bari, 1998, n. 32;
Marco Fagioli, La Giuditta di Bruno Innocenti, Aión, Firenze, 2005, p. 33;
Marco Fagioli, Arte. Scultura. Metamorfosi della materia, Electa, Milano, 2005, p. 22.
 
Si deve al pittore Aldo Carpi, cognato dello scultore, una delle prime messe a fuoco del carattere dell'opera di Libero Spartaco Andreotti (Pescia 1875 - Firenze 1933).
Scriveva Carpi nel 1939 a proposito di due ascendenti fondamentali della storia dello scultore, il primo dalla scultura lombarda "[...] ed aveva quel sapor vivo che da Grandi a Troubetzkoy, da Bazzaro a Medardo Rosso, aveva dato carattere alla scultura lombarda", il secondo "[...] ciò che è curioso è di constatare come nel modo di esprimere plastico del nostro vi fosse già allora quel sapore che gli amici, per amore certo, gli dicevano e gli dicono «burdelliano»" (Carpi, op. cit, p. 200).
Carpi si riferiva ad un'opera del periodo del loro incontro, quando ancora Andreotti non aveva maturato pienamente il suo stile, passato poi da questi due motivi essenziali, la plastica "impressionista" lombarda di fine Ottocento e la lezione di Émile-Antoine Bourdelle (1861-1929), il maggiore scultore francese dopo Auguste Rodin (1840-1917), di cui Andreotti aveva frequentato i corsi all'Académie de la Grande Chaumière e accanto al quale aveva esposto al Salon d'Automne, con l'opera Icaro, 1911, da lui già modellata a Milano.
Dopo questi esordi nell'ambito della scultura Art Noveau, Andreotti a partire dal 1920 si rivolse con un'attenzione nuova ai grandi esempi dell'antico, la scultura ellenistica, e soprattutto del Rinascimento fiorentino, Donatello, elaborando nella plastica di figura un suo stile originale personalissimo e moderno, anticipando lo stile degli scultori italiani successivi.
Baccante (conosciuta anche come Figura femminile), 1920, è un'opera decisiva di questo passaggio dall'iniziale temperie liberty-deco dei primi due decenni del Novecento, ad una visione veramente nuova, novecentista in termini di modernità, del linguaggio plastico andreottiano, che poi si dispiegò nelle grandi opere monumentali successive del Monumento ai caduti di Roncade, del Monumento ai Caduti di Saronno, 1922-25, della Cappella Votiva alla Madre Italiana nella Chiesa di Santa Croce a Firenze, 1926, e del Monumento ai Caduti di Bolzano, con Arturo Martini, Wildt e Bistolfi, 1926-28.
Baccante, scultura in fusione unica, esposta alla personale alla Galleria Pesaro nel 1921, rimane il primo e maggiore esempio del nuovo stile di Andreotti.
Bibliografia di riferimento
G. Maurey. Un sculpteur florentin, L'Art et les Artistes, 1910;
Guillaume Apollinaire, Libero Andreotti, in L'opinion, Parigi, 29/04/1911;
Aldo Carpi, Lo scultore Libero Andreotti, in L'esame artistico e letterario, diretta da Enrico Somarè, anno VI seconda serie, luglio 1939-XVII, Milano, pp. 198-227;
Luigi Dami, Lo scultore Libero Andreotti, in Dedalo, rassegna d'arte diretta da Ugo Ojetti, anno I, fasc. VI, novembre 1920, Milano-Roma, pp. 395-420;
Enrico Sacchetti, Vita d'artista. Libero Andreotti, Milano, Fratelli Treves, 1935;
Paladin, Libero Andreotti, Revue Hebdomadaire, Parigi, 1921;
Ugo Ojetti, Libero Andreotti, Ritratti di artisti italiani, Milano, 1923;
A. J. Rusconi, Libero Andreotti, in Emporium, giugno 1933;
E. Sacchetti, Vita d'artista, Milano, 1936;
E. Cozzani, Libero Andreotti, Milano, 1946;
Onoranze a Libero Andreotti in Pescia, 15 aprile 1951, Pescia, 1951;
E. Lavagnanino, Libero Andreotti, 1961;
Ionel Jianou, Michel Dufet, Bourdelle, Arted, Paris, 1965;
E. Benezit, Dictionnaire des Peintres, Graveurs, Dessinateurs et Sculpteurs, Gründ, Parigi, 1976;
L. Testaferrata, G. Caldini, Scultura italiana del XX secolo, Ed. Il Fiore, Firenze, 1984;
Claude Jeancolas, La Sculpture Italienne du XX Siecle, Editions Van Wilder, Parigi,1991;
Claudio Pizzorusso, Silvia Lucchesi, Libero Andreotti. Trent'anni di vita artistica. Lettere allo scultore, Olschki editore, Firenze, 1997;
Émile-Antoine Bourdelle (1861-1929), Sculptures, Mountauban, Musée Ingres, 13 luglio - 15 ottobre 2000;
Antoine Bourdelle, Cours & Leçons à l'Académie de la Grande Chaumière, Paris-Musées / Édition des Cendres, 2007, tome II, Leçons, Andreotti Libero, élève italien, p. 353.
€ 140.000 / 170.000
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sab 26 Novembre 2016