Arte Moderna - III

647

Felice Casorati
(Novara, 1883 - Torino, 1963)

Le temple foudroyé, 1931

Tempera su tela
cm. 64,5x80,6

Firma in basso a destra: Savinio; titolo e firma al verso sul telaio: "Le temple foudroyé par Savinio".

Storia
Collezione privata, Roma;
Collezione privata

Esposizioni
XXXIII Esposizione della Società torinese degli «Amici dell'Arte», Torino, Palazzo della Società Promotrice di Belle Arti, 18 ottobre 1932, sala IV, Personale, n. 167;
Mostra personale, Firenze, Sala d'Arte de «La Nazione», 1932.

Bibliografia
Giuliano Briganti, Leonardo Sciascia, Alberto Savinio, pittura e letteratura, Franco Maria Ricci Editore, Parma, 1979, p. 103;
Pia Vivarelli, Savinio, gli anni di Parigi, dipinti 1927-1932, catalogo della mostra, Verona, Palazzo Forti e Galleria dello Scudo, 9 dicembre 1990 - 10 febbraio 1991, Electa, Milano, 1990, p. 298 (opera datata 1932);
Pia Vivarelli, Alberto Savinio. Catalogo generale, Electa, Milano, 1996, p. 124, n. 1931 27.

Le temple foudroyé ci fa uscire dal teatro per immergerci in uno scenario quasi da fine del mondo: nella notte, un tempio, che ricorda nell’architettura certe basiliche bizantine di Ravenna, con i grandi catini absidali mosaicati e le imponenti strutture delle navate costellate di arcate, è scoperchiato e devastato da un fulmine, che si stende rosso sul terreno, insinuandosi nell’architettura sventrata. L’opera fa parte di un gruppo di dipinti scelti da Savinio per la sala personale alla Sala Promotrice di Belle Arti di Torino nel 1932, dove è presente l’elemento comune del fulmine, che se in opere della fine degli anni Venti è elemento puramente grafico, qui è in altri dipinti come Dieu des armées, 1932, Apres la tempête, 1931, e Fin de tempête diventa tridimensionale e dall’acceso cromatismo, filo conduttore che lega le opere e insieme elemento mitico – la saetta di Zeus – capace in un momento di devastare l’ordine costituito, anche di distruggere un luogo sacro, come in questo caso: "è il concretizzarsi di un’idea di minaccia e insieme di potenza e di forza interna al reale, è annuncio di un evento o anche traccia del suo essersi già verificato" (Pia Vivarelli, in Savinio, p. 298). L’elemento naturale stravolge dunque il mondo così come lo conosciamo, per rivelare scenari nuovi, "dare forma all’informe e coscienza all’incosciente".
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Arte Moderna - III

sab 29 Novembre 2014