Asta di Arredi e Dipinti Antichi - I

428

Michelozzo di Bartolommeo (attr. a)
(Firenze, 1396 - 1471)

Vasca battesimale scolpita in marmo, anni Trenta - Quaranta del XV secolo

cm. 18,5x74 ΓΈ, poggiata su colonna scanalata (moderna) in plexiglass

Bibliografia
La forma del Rinascimento. Donatello, Andrea Bregno, Michelangelo e la scultura a Roma nel Quattrocento, catalogo della mostra a cura di Claudio Crescentini e Claudio Strinati, Roma, Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, 16 giugno - 5 settembre 2010, Rubettino Editore, Soveria Mannelli (Cz) 2010, pp. 274, 275.

Nel catalogo della recente mostra romana dove è presente la nostra vasca si legge: La vasca è un'opera realizzata con un disegno molto semplice della superficie levigata che le conferisce un aspetto molto elegante. E' stata ideata per una visione a tutto tondo, lo si intuisce dalla disposizione dei serafini che adornano la modanatura (L. Ciferri, in La forma del Rinascimento. Donatello, Andrea Bregno, Michelangelo e la scultura a Roma nel Quattrocento, 2010, p. 274). Il motivo della testa di cherubino, che qui appare svolto in tre versioni a bassorilievo lungo il corpo dell'acquasantiera, è un motivo tipico della scultura donatelliana nella ornamentazione architettonica, e come tale appare ad esempio nella variante del cherubino innastrato reggifestone nella base della tomba Cossa, la cui esecuzione è stata attribuita da R. W. Lightbrown (1980) a Workshop di Donatello. Le teste dei serafini sono realizzate attraverso volumi ampi che mettono in risalto i tratti fisionomici disegnati con un tratto deciso. Sono rappresentati statici come assorti nei loro pensieri con lo sguardo focalizzato verso il basso, ulteriormente maracato dalla linea delle palpebre  e dell'arco sopraccigliare. [...] Il gusto per l'ornato semplice e raffinato, le particolarità stilistiche prima individuate sulla vasca battesimale si riscontrano nell'opera scultorea di Michelozzo, che molto deve alla collaborazione nata con Donatello nel 1425 fino al 1433, ma che si discosta da questo ultimo, per il robusto e statico plasticismo che pervade le sue figure, in contrapposizione al fermento, al pathos che Donatello accentua (L. Ciferri, cit., p. 274). 
Per confronto si veda in:
R. W. Lightbown, Donatello e Michelozzo. An artistic partnership and its patrons in the early Renaissance, 1980, vol. II, tavv. 4, 14, 15, 17, 20, 47, 48.
€ 28.000 / 34.000
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Asta di Arredi e Dipinti Antichi - I

gio 28 - sab 30 Ottobre 2010
Prato