Dipinti e sculture del XIX e XX secolo - II

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Raffaello Arcangelo Salimbeni
(Firenze, 1914 - 1991)

Uomo che cammina - Omaggio a Giacometti, 1960

Scultura in bronzo
cm. 40 h.

Exhibitions
Firenze, 1962;
Raffaello Arcangelo Salimbeni. Sculture, dipinti, disegni 1940-1973, Firenze, Parterre, 4 - 15 aprile 1995;
Raffaello Arcangelo Salimbeni, a cura di Annalisa Pizzo, Siena, Palazzo Pubblico, 16 aprile - 13 giugno 2004, cat. pp. 121, 122, n. 177.

Dopo pochi mesi dalla nascita Raffaello Arcangelo Salimbeni viene portato a Siena da una zia materna, ove passerà gran parte della sua prima infanzia. A Siena il ragazzo viene iscritto all'Istituto d'Arte, ma nel 1936, notato dal pittore Gianni Vagnetti, si trasferisce all'Istituto d'Arte di Firenze, ove egli insegnava. Alla scuola di Porta Romana frequenta Bruno Innocenti, che era subentrato a Libero Andreotti, dopo la morte, alla cattedra di scultura.
Tra Siena e Firenze, Salimbeni matura il suo linguaggio plastico e insieme si dedica anche alla pittura; dal 1940 al 1948 le sue opere mostrano, nei due linguaggi, una perfetta sintonia. Si tratta per la massima parte di ritratti, figure in interni, nudini e paesaggi, risolti con una pennellata mossa e carica di colore in pittura, una pastellatura febbrile e sensibile in scultura, secondo una visione tutta personale, una sorta di espressionismo autoctono. Negli anni Cinquanta, Salimbeni virerà verso esiti più consoni a certa scultura europea del post Surrealismo, con riferimenti precisi al grande Alberto Giacometti, se non quando a David Smith e alla Germaine Richier. La critica più recente ha giustamente tentato una rilettura della sua opera in riferimento a certe linee dell'Esistenzialismo, da Karl Jaspers a Jean Paul Sartre, fino - forse esagerando - a Jean Genet.
Negli anni Sessanta Salimbeni entra in rapporto, prima epistolare, con Henri Moore, al quale renderà visita nello studio in Inghilterra, prendendo parte a una mostra sulla scultura europea in cui era presente il maestro inglese. 
La vicenda del concorso per il Monumento all'Elettrice Palatina, Maria Luisa de' Medici - 1954 - vinto dallo scultore, ma posto in luogo solo dopo la sua morte, finì per amareggiare gli ultimi anni della sua vita. Salimbeni ha tenuto lo studio in via de' Bardi dal 1963 al 1985.
Bibliografia di riferimento
Novecento nascosto, a cura di Beatrice Buscaroli e Marco Fagioli, Edisai, Vicenza 2001, pp. 153, 154;
Raffaello Arcangelo Salimbeni Sculpteur, de retour à Paris, a cura di Mario Rizzardo e Gabriella Artoni, Selective Art, Parigi, 2006;
Je suis l'autre. Giacometti, Picasso e gli altri. Il Primitivismo nella scultura del Novecento, a cura di Francesco Paolo Campione e Maria Grazia Messina, Electa, Milano, 2018, pp. 116, 117.
€ 1.500 / 2.000
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Dipinti e sculture del XIX e XX secolo - II

sat 27 October 2018
Prato