ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

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Anfora da parata biansata in maiolica policroma

Anfora a corpo ovoidale, poggiante su alta base triangolare (rifatta in cotto), ad angoli smussati, con stretto colletto ornato di piccole volute plastiche; sulla spalla poggiano le anse che sono a doppio cordolo serpentiforme, accostato e a profilo anulare, poggianti inferiormente su mascheroni fauneschi. La bocca, piuttosto larga, mostra profilo svasato e termina con un breve orlo estroflesso. Le due facce dell'anfora sono integralmente decorate con le personificazioni di divinità fluviali, tra le quali dominano al centro quelle probabilmente dei fiumi Nilo e Tevere; il paesaggio tutt'attorno prevede, naturalmente, corsi d'acqua in primo piano, città sullo sfondo prospicienti distese acquee e alti picchi montuosi all'orizzonte.
Cm. 45. h., rottura sul peduccio, Urbino, bottega di Orazio Fontana, 1565-70 ca.
Bibliografia

Majoliche della più bella fabbrica. Selezioni dalle civiche collezioni bresciane e da collezioni private, a cura di Carmen Ravanelli Guidotti, Brescia, 25 novembre 2005 - 3 dicembre 2006, cat. pp. 74-76, n. 17.
 
Si riporta di seguito parte della scheda nel catalogo di Brescia: "Quest'opera è stata riconosciuta di grande valore documentario [...]. Essa d'altronde, vista nel complesso delle sue qualità formali, si colloca di diritto tra alcune fastose opere solitamente attribuite alla bottega di Orazio Fontana, in ragione delle iscrizioni che alcune simili anfore recano alla base, tutte esplicitamente "FATTE IN BOTEGA DE M.ORATIO FONTANA", strettamente legate tra loro da affinità morfologico-tematico: tale consuetudine critica si è consolidata nel tempo in seno alla storiografia, a partire dall'anfora riprodotta tra le splendide fotocromie del Delange del 1869, già nelle Collezioni Barker di Londra e Wagner di Trieste, che abbiamo valutato di interesse storiografico e pertanto riprodotto nel saggio introduttivo del presente lavoro; seguono le anfore del British Museum, una delle quali presenta un'analoga scena con divinità fluviali, una quarta anfora è passata in asta a Londra nel giugno del 1964.
Inoltre è da osservare l'analogia di talune parti plastiche che sembrano ricavate da stampi comuni, evidentemente in dotazione ai modellatori della prestigiosa bottega urbinate: intendiamo, ad esempio, il mascherone satiresco che sta alla base delle anse della nostra anfora, che troviamo anche in un vaso della collezione senese Chigi Saracini, appartenente alla serie farmaceutica della "Regina", nella quale un vaso porta l'esplicita dicitura "IN URBINO", complesso che solitamente si lega all'attività di Orazio Fontana, intorno al 1565-70. Qui tuttavia l'aspetto figurativo, non più avvolto nel movimento a gorgo continuo delle onde come nelle opere appena esaminate, s'impone per l'interpretazione di tornito effetto scultoreo delle figure, che sembrano cogliere lo spirito e i tratti iconografici di una serie di stampe manieriste ispirate direttamente a statue antiche, riprese anche nelle fontane romane, e a repertori eruditi del secondo Cinquecento, con le olimpiche figure in idilliaca concordia di movenze; il colore dorato della maiolica e quello levigato dei corpi ignudi, le illumina facendole risaltare sul fondo che è distaccato rispetto al primo piano su cui esse grandeggiano immerse in un'atmosfera serena.
Ad esempio, la scena con la personificazione del fiume, con una corona di foglie palustri attorno alla testa, che versa acqua da un'anfora di raffinata foggia ispirata a originali classici in metallo, e le figure che le stanno attorno, potrebbe essere ispirata alla stampa del Maestro del Dado con "I fiumi consolano il fiume Penneo" (da Giulio Romano), della serie che illustra "La favola di Amore e Psiche"; inoltre la personificazione fluviale sull'altra faccia, che stringe una lunga canna palustre e un'anfora, potrebbe essere ispirata a quella analoga a margine destro della celeberrima stampa del Raimondi con il "Giudizio di Paride".
€ 60.000 / 70.000
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fri 28 October 2016