Arredi e dipinti antichi provenienti dal palazzo bresciano della famiglia Pederzani Bonicelli, da una residenza emiliana e da committenze private - I

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Scuola italiana del XVII secolo

Allegoria della Musica

Olio su tela
cm. 177x258

Già attribuito a Luca Giordano. Nel vasto corpus dei dipinti di Luca Giordano (734 opere tra tele e decorazioni murali), non si trovano opere riferibili a questa Allegoria della Musica, sia per il genere che per la composizione; e neppure il tipo di impianto può ricordare, con la figura disposta in interno con molti oggetti, il dipinto Interno di cucina con una cuoca, Napoli, Collezione Pagano, nel quale si assiste come nel nostro ad una messa in scena di animali e frutta sul pavimento (Oreste Ferrari, Giuseppe Scavizzi, Luca Giordano, Electa, Napoli, 2000, vol. 2, p. 568, tav. 279). Tuttavia la sapienza iconografica del dipinto, possibile solo in personalità di notevole cultura simbolica, propria in quel periodo solo di pittori come Salvator Rosa e il Giordano, inducono a una riflessione attenta che segnala la qualità dell'opera. Questa Allegoria della Musica, in pendant con l'altro dipinto Allegoria della Pittura (lotto n. 462), ricalca nel soggetto le raffigurazioni della Santa Cecilia alla spinetta. Il pittore ha poi aggiunto due strumenti musicali, la tromba e la piccola chitarra su un gran tappeto, e sul pavimento la scimmietta che legge uno spartito, ancora una viola e una grande sfera di riflesso vetroso-metallico nell'angolo in basso a destra. Anche Salvator Rosa aveva dipinto due ritratti femminili a mezzo busto, La Musica, con foglio di spartito in mano, e La Poesia, ambedue alla Galleria Nazionale d'Arte Antica di Roma, distinguendo le due fanciulle non solo per l'attributo, foglio musicale (La Musica) e risma di pagine scritte (La Poesia) in mano, ma anche nel tipo somatico, bionda scarmigliata la Musica, di capelli scuri con velo di stoffa sul capo la Poesia, (Luigi Salerno, L'opera completa di Salvator Rosa, Rizzoli, Milano, 1975, tav. VI, cat. n. 31, tav. VII, cat. n. 30).
La presenza nel nostro dipinto di un elemento fortemente simbolico come la sfera rafforza l'idea che alla base dell'opera ci sia stata una concezione di cultura iconologica. La sfera appare sovente in opere raffiguranti la Melancholia, come nell'incisione di Albrecht Dürer, e potrebbe alludere al temperamento saturnino specifico dell'artista, (malinconia o melanconia, melancholia [mélas, nero e chole, bile, umor nero]), che nella medicina antica indicava uno dei quattro umori del corpo umano, prodotta dalla milza e generante tristezza.
Un'analisi attenta allo stile pittorico porterebbe comunque a escludere che l'opera sia ascrivibile al Giordano.
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gio 25 - ven 26 Ottobre 2018
Prato