Arredi e Dipinti Antichi - I

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Francesco Solimena
(Canale di Serino (Av), 1657 - Barra (Na), 1747)

«Due Virtù alate con busto di Flora su piedistallo» e «Due Virtù con vaso di fiori su piedistallo»

Olio su tela
cm. 18x42,7 ognuno

Perizia di Nicola Spinosa, Napoli, 26 settembre 2010.

Due Virtù alate con busto di Flora su piedistallo, festoni di fiori e frutta, gallo e cagnolino
 
Due Virtù con vaso di fiori su piedistallo, festoni di fiori e frutta, un pappagallo e una coppia di colombi
 
 
 
I due dipinti, inediti, sono due bozzetti per dipinti del giovane Francesco Solimena, pittore tra i più celebri della tradizione barocca di fine Seicento e prima metà del Settecento: le composizioni finali, non identificate, per i soggetti illustrati, le finte architetture con timpani 'a volute' e lo schema compositivo adottato, erano sicuramente destinate a fare da sovrapporte o sovraspecchi in una dimora aristocratica napoletana tra la fine degli anni 1670 e gli inizi del decennio successivo. Le giovanissime figure di Virtù, alate, seminude e coronate con fiori o diadema, allusive all'aria e alla primavera, rinviano per affinità stilistiche - per libertà compositiva, levità formali, preziosismi cromatici e vivacità espressiva, nei modi luminosi e barocchi di Luca Giordano e Pietro da Cortona, a una serie di dipinti, a fresco o su tela, che il pittore di Serino realizzò in età ancora giovanile, dopo gli inizi accanto al padre Angelo e una formazione maturata el solco di esempi ancora di matrice naturalista combinati con i modi recenti, solari e mediterranei, del barocco giordanesco. Che è quanto si riscontra, tra l'altro e in particolare, negli affreschi con Angeli tubicini e Putti alati del 1677 ai lati della volta della Cappella di Sant'Anna al Gesù Nuovo di Napoli (nei quali, peraltro, sono dipinte trabeazioni architettoniche simili alle finte volute presenti nelle due tele in argomento); nel ciclo del 1680 affrescato con 'storie delle sante Tecla, Archelaa e Susanna' della chiesa di San Giorgio a Salerno, dove, tra l'altro, nel riquadro con le sante condotte al martirio è, in basso a sinistra, un inserto di fiori non diverso dai brani di 'natura in posa' dipinti nei due bozzetti qui illustrati; nei due San Nicola di Bari e Sant'Antonio da Padova, soprattutto nei relativi bozzetti appartenenti a una raccolta privata napoletana, affrescati poco dopo nella chiesa di San Giorgio Maggiore a Napoli; nella pala con San Nicola di Bari per la parrocchiale di Fiumefreddo in Calabria, il cui relativo bozzetto, stilisticamente del tutto affine alle due tele in argomento, era un tempo in collezione Mentasti a Venezia. Ma, per le figure delle quattro graziose e seducenti Virtù riferimenti ancora più puntuali sono, da un lato, con gli affreschi (in particolare quelli raffiguranti il Miracolo delle rose, la Visione di San Francesco e San Francesco che rinuncia al sacerdozio) dipinti a partire dal 1681-1684 nella chiesa di Santa Maria Donnaregina Nuova a Napoli e completati nei primi anni Novanta; dall'altro, con particolari, quale l'angelo che compare in basso a sinistra, della grande pala del 1692 con i Santi Francesco di Sales, Francesco d'Assisi e Sant'Antonio da Padova nella chiesa napoletana di San Nicola alla Carità. In più, nello scomparto affrescato a Donnaregina Nuova con il Miracolo delle rose e con la Morte di San Francesco, come nella pala del 1684 a San Nicola alla Carità, con la Madonna col Bambino tra San Girolamo e San Paolo, vi sono straordinari inserti di fiori, frutta e piante varie, che, ancora una volta si riscontrano quasi identici nei due bozzetti in argomento. Ma sul tema degli inserti di fiori, frutta e, come nei due casi in esame, di uccelli e animali vari, si ricorda che Solimena negli anni Ottanta spesso si avvalse della collaborazione del celebre specialista di 'natura in posa', che era allora Giuseppe Recco (ma anche di altri 'generisti' napoletani, come del resto faceva negli stessi anni anche Luca Giordano), per alcune sue composizioni su tela, come nelle quattro composizioni allusive alle stagioni, che sono in collezione Garzilli a Napoli. Tuttavia, nel caso dei bellissimi inserti qui presenti è da ritenere che, anche perché trattasi di bozzetti, siano della stessa mano del Solimena. Il quale, peraltro, come segnalò Ferdinando Bologna nella sua fondamentale monografia sul pittore del 1958 (alla quale si rinvia anche per la documentazione fotografica dei vari dipinti solimeneschi qui segnalati), fu autore anche di composizioni con sola 'natura in posa': come nel caso della tela con frutta su uno sfondo paesistico, che era presso la collezione Morano a Napoli, quando fu resa nota dal Bologna con una datazione verso il 1690.
Ma ciò che qui va anche sottolineato è che questi due bozzetti con rappresentazioni di Virtù entro festoni di fiori e frutta, con gli inserti al centro, in un caso, di un busto di dea (la Primavera?) in marmo collocato su un sontuoso altare scolpito in bronzo dorato e con agli angoli teste di arieti, nell'altro di una grande conchiglia in pietra poggiata su una base figurata con un erma, anticipano di poco le soluzioni affini adottate da Solimena nel 1687 per affrescare con altre immagini di Virtù i peducci del cupolino della Cappella Merlino, dove significativamente era già intervenuto Luca Giordano, e soprattutto quelle degli affreschi con angeli e varie Virtù, di una bellezza pittorica tra Giordano e Pietro da Cortona spinta a limiti estremi, che dipinse nel 1689 nella volta della sagrestia della chiesa napoletana di San Paolo Maggiore, che furono di riferimento per tutti quei pittori napoletani e d'Oltralpe che ai principi del Settecento si mossero in direzione di rinnovato e raffinato gusto rocaille.
 
Nicola Spinosa      
 
 
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ven 20 Aprile 2012
Prato